Nel XVI secolo, il Giappone è aperto agli scambi commerciali con gli europei e il missionario San Francesco Saverio vi può esportare il cristianesimo (1549). Agli inizi del XVII secolo lo shogunato diviene ereditario e si rafforza. Gli shogun esercitano un duro controllo tanto sui signori locali, quanto sull’imperatore, ridistribuiscono le terre a loro piacimento, mantenendone una gran parte sotto la loro diretta amministrazione, fanno propria la cultura cinese, attuano una politica xenofoba, che coinvolge anche i cristiani e finisce per isolare il Giappone dal resto del mondo. Nel XVIII secolo nasce la voglia di apertura e si sviluppa un movimento di rinnovamento e di recupero delle tradizioni nazionali, ma solo a livello elitario, mentre fra le masse continua a dominare il rigido conservatorismo degli shogun.
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