sabato 12 settembre 2009

02.2. La cultura nel XVI secolo

La pubblicazione dell’Indice (1559), insieme all’Inquisizione, costituiscono altrettanti strumenti di limitazione e controllo della libertà individuale, i cui effetti risultano devastanti soprattutto per l’Italia, che comincia ad arretrare sotto il profilo culturale, collocandosi, verso la fine del secolo, agli ultimi posti in Europa. I pochi intellettuali liberali, nel tentativo di difendere la propria libertà di pensiero, si vedono costretti a rifugiarsi nell’ambito di circoli ristretti. Nascono così le Accademie della Fama (1557), degli Eterei (1564) e della Crusca (1583). Questi intellettuali approfondiscono la conoscenza degli autori classici, cominciano a comprendere i loro limiti e tentano di superarli, anche se i risultati non sono un granché. La medicina è ferma a Galeno e, nel mondo scientifico, prevale ancora una cultura di tipo magico e ci si dà all’alchimia per dominare la natura.
L’astronomia, invece, registra un sostanziale progresso grazie a Copernico (1473-1543), il quale, scoprendo che la terra non è immobile al centro dell’universo, ma ruota intorno a se stessa e intorno al sole, mette in discussione le concezioni di Aristotele e della Bibbia. Per molti anni, lo studioso si asterrà dal rendere pubbliche le sue scoperte per paura di essere deriso dagli intellettuali dell’epoca ed esposto al pubblico ludibrio ma, contrariamente a questi timori, il sistema copernicano, lì per lì, non suscita clamore, né nella cerchia degli astronomi, né all’interno della Chiesa, e viene accettato come una delle tante teorie. Un’altra teoria coeva, quella di Tycho Brahe, lascia la terra ferma al centro dell’universo e costituisce una buona alternativa per quanti sono riluttanti a credere in un pianeta che gira intorno ad altri corpi celesti.

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