Nel complesso, il papato di questo secolo appare politicamente debole e orientato ad occuparsi maggiormente di questioni pastorali e dottrinali.
Clemente XI (1700-21) si intromette nella lotta di successione spagnola e si occupa di questioni dottrinali, che si agitano all’interno della chiesa.
Innocenzo XIII (1721-4) è un papa saggio e prudente, che lotta aspramente contro le corti in difesa dei diritti e delle prerogative della Santa Sede, ma il più delle volte senza successo.
Benedetto XIII (1724-30) si distingue per una politica prudente e conciliante, che però non basta a sanare la questione con Giovanni V di Portogallo, che pretende di nominare cardinali di corona.
Clemente XII (1730-40) cerca di mantenere una posizione equilibrata e neutrale, e si barcamena come può in campo politico, ma senza riuscire né ad annettere il ducato di Parma e Piacenza, né ad salvare il suo regno dalle scorrerie e dalle devastazioni degli eserciti contendenti, a dimostrazione della ormai persistente debolezza dei papi.
Benedetto XIV (1740-58) è un papa buono, premuroso, caritatevole, sensibile ai bisogni del suo popolo, riformatore.
Clemente XIII (1758-69) ha doti di buon pastore, ma la condanna dell’Enciclopedia (1759) rivela la sua ostilità verso l’estensione del sapere alle masse, mentre la disposizione di coprire le nudità delle opere artistiche rileva il suo eccessivo moralismo, che rasenta la bigotteria.
Pio VI (1775-99) deve confrontarsi con la politica antiecclesiale della Francia repubblicana. Fra i suoi atti politici di maggior rilievo, vanno ricordati la condanna della Costituzione francese (1791) e il riconoscimento della Repubblica (1796), due prese di posizione contrapposte, che rivelano un momento davvero difficile per il vescovo di Roma.
13. Presente e Futuro
15 anni fa
Nessun commento:
Posta un commento