sabato 12 settembre 2009

03.4. Il papato nel XVII secolo

Paolo V (1605-21) è una figura di sovrano assoluto. S’impegna nella promozione delle missioni nel mondo e nell’abbellimento di Roma. Il suo nepotismo non ha limiti. Sotto il suo pontificato, il Sant’Uffizio condanna la teoria copernicana (1616).
Nonostante tutti i buoni propositi della vigilia, anche le elezioni di Gregorio XV (1621-3) registrano un significativo condizionamento da parte delle forze laiche. Gregorio risponde fissando in modo ancora più rigoroso e restrittivo il cerimoniale elettivo (Aeterni Patris, 1621; Decet Romanorum Pontificem, 1622).
Eletto col nome di Urbano VIII (1623-44), Maffeo Barberini è “un papa mecenate e nepotista al massimo grado” (RENDINA 1996: 556). È lui che, ricorrendo al genio di Lorenzo Bernini, dà a Roma un’impronta barocca, anche a costo di vessare i cittadini con un fiscalismo eccessivo: lo chiamano “papa gabella”. Lo sfarzo della corte pontificia si rivela contagioso e coinvolge anche vescovi e cardinali, i quali reclamano dei titoli adeguati al proprio rango. Urbano li accontenta cambiando l’appellativo “Illustre” con “Eminenza” (1630). Ormai siamo di fronte ad una protervia becera e insolente, che pone questi ministri di Dio in una posizione imbarazzante nei confronti del principio evangelico “beati gli umili”. Sotto questo papa si scrive un’altra triste pagina della storia: il processo a Galileo.
Dalle trattative che conducono alla pace di Westfalia Innocenzo X (1644-55) è escluso, segno che il prestigio del papa è basso, e, in effetti, l’Europa si dà un assetto su basi laiche, mentre il fattore religioso passa in secondo piano. È la fine di un mito. Ad Innocenzo non resta altro che dedicarsi agli affari interni del suo regno, dove coltiva con zelo la malapianta del nepotismo.
Con Innocenzo XI (1676-89) ritorna, finalmente, la figura di un papa pio, spartano e anti-nepotista, e anche accorto amministratore, il quale lascia in attivo il bilancio economico del suo pontificato.
La sua opera è però vanificata dal successore, Alessandro VIII (1689-91), che, in soli sedici mesi di pontificato, trova il modo di arricchire sé e i suoi parenti.

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